APPELLO PER FERMARE IL DDL GELMINI, PER L'UNIVERSITA' COME BENE COMUNE.
Il mondo dell'Università e della formazione sono oggi messi di fronte all'evidenza.
Il DDL Gelmini, di concerto con le indicazioni tremontiane, ha un solo scopo: quello di smantellare l'Università pubblica, umiliando il valore della ricerca.
Persino le retoriche più “appetibili” della Gelmini sono decadute: che ne sarà del merito in uno scenario di devastazione economica e culturale?
Questo governo presenta il conto alla formazione, facendo della crisi un'ulteriore occasione di taglio di un settore già tradizionalmente maltrattato.
Anche a Venezia gli effetti si sentono: accorpamento e chiusura di corsi di laurea con conseguente abbassamento della qualità della didattica, aggravarsi della già precaria attività di ricerca, aumento delle tasse e peggioramento dei servizi.
Come studenti, abbiamo, già due anni fa, segnalato con forza la necessità di rinnovare e di
riappropriarci dell'ambito universitario.
Oggi, assieme ai ricercatori, respingiamo qualsiasi possibile atteggiamento di complicità con il governo, non per ragioni ideologiche, ma perché riconosciamo nella spartizione delle briciole, proposta come soluzione dalla Gelmini, un modo non troppo dignitoso per posticipare di poco la morte dei nostri atenei.
Firmiamo questo appello perché crediamo che l'Università, la ricerca e la formazione siano beni comuni. Questo significa che è necessario aprire un percorso per fermare il DDL Gelmini e per aprire una stagione di innovazione e di trasformazione dell'Università, dove le priorità siano l'accesso libero ad una didattica di qualità, e il costante incentivo alla ricerca quale componente centrale della nostra società.
Troviamoci per aprire questo percorso martedì 5 ottobre alle 9 sul piazzale di fronte alla
Stazione di S. Lucia.
Persino le retoriche più “appetibili” della Gelmini sono decadute: che ne sarà del merito in uno scenario di devastazione economica e culturale?
Questo governo presenta il conto alla formazione, facendo della crisi un'ulteriore occasione di taglio di un settore già tradizionalmente maltrattato.
Anche a Venezia gli effetti si sentono: accorpamento e chiusura di corsi di laurea con conseguente abbassamento della qualità della didattica, aggravarsi della già precaria attività di ricerca, aumento delle tasse e peggioramento dei servizi.
Come studenti, abbiamo, già due anni fa, segnalato con forza la necessità di rinnovare e di
riappropriarci dell'ambito universitario.
Oggi, assieme ai ricercatori, respingiamo qualsiasi possibile atteggiamento di complicità con il governo, non per ragioni ideologiche, ma perché riconosciamo nella spartizione delle briciole, proposta come soluzione dalla Gelmini, un modo non troppo dignitoso per posticipare di poco la morte dei nostri atenei.
Firmiamo questo appello perché crediamo che l'Università, la ricerca e la formazione siano beni comuni. Questo significa che è necessario aprire un percorso per fermare il DDL Gelmini e per aprire una stagione di innovazione e di trasformazione dell'Università, dove le priorità siano l'accesso libero ad una didattica di qualità, e il costante incentivo alla ricerca quale componente centrale della nostra società.
Troviamoci per aprire questo percorso martedì 5 ottobre alle 9 sul piazzale di fronte alla
Stazione di S. Lucia.
