Questo blog è stato creato per avere un punto di riferimento comune fra tutte le facoltà di Venezia.
Aiuta a diffondere i volantini e porta l'appello anche ai tuoi professori!
Sentitevi liberi di scaricare
www.globalproject.info -- www.uniriot.org





 
Parziale privatizzazione dell’università, ulteriore dequalificazione dei saperi, ed incentivo
alla precarizzazione già largamente, se non totalmente diffuso, sono le principali e più
evidenti conseguenze derivanti dall’applicazione dei provvedimenti previsti dal DDl
Gelmini. Quest’ultima “riforma”, che porterà ad un sostanziale decadimento del già
precario sistema universitario e ad un peggioramento delle condizioni di ricercatori e
precari, può essere così sintetizzata:

RISTRUTTURAZIONE DELLA GOVERNANCE UNIVERSITARIA,
ORGANI E ARTICOLAZIONE INTERNA DELL’UNIVERSITA’.
 
_SENATO ACCADEMICO: privato di ogni potere decisionale, si limiterà alla formulazione
di pareri e proposte in materia di didattica e ricerca.

_ CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: nuovo ente incaricato alla gestione
dell’università(in sostituzione appunto del Senato Accademico), composto per il 40% da
soggetti privati come aziende, banche e partiti, i quali svolgono una funzione prettamente
amministrativa senza però l’obbligo di finanziamento per l’attività universitaria. Questo può
essere considerato il primo passo verso la privatizzazione del sistema universitario.

_DIRETTORE GENERALE: figura che sostituirà il direttore amministrativo ,e proprio come
in un’azienda, avrà il compito di gestire e organizzare i servizi, le risorse e il personale.
Sarà una sorta di “manager d’ateneo”.

MERITOCRAZIA E DIRITTO ALLO STUDIO (FONDO PER IL MERITO)
 
_FONDO PER IL MERITO: gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, sarà
assegnato per mezzo di test standardizzati a pagamento, elaborati dalla CONSAP S.P.A,
società che già gestisce i fondi pubblici di “garanzia e solidarietà” (ad esempio fondi per le
vittime della strada o della caccia), ovviamente priva di competenze nel campo
dell’istruzione. Essendo che la riforma deve essere realizzata a costo zero senza gravare
sulla finanza pubblica, è lecito chiedersi da dove provengano i soldi destinati a questo
fondo, ed è pure lecito ipotizzare che provengano dai tagli attuati sulle già poche risorse
destinate ad altri settori, come ad esempio le “ordinarie” borse di studio, le mense e gli
alloggi.

_PRESTITO D’ONORE: per gli studenti che economicamente non possono permettersi gli
studi è stato ideato il “prestito d’onore”. Lo stato farà dunque un prestito che dovrà essere
saldato nel momento in cui ci si immetterà nel mondo del lavoro. Questo sistema del
debito è già stato attuato ed è già fallito negli Stati Uniti, a causa dell’impossibilità degli
studenti di ripagare il debito una volta entrati nel “mercato della precarietà”. Visto il
precedente fallimento di tale sistema negli USA e vista la crescente precarizzazione del
mondo del lavoro come sarà possibile ripagare lo stato?

RECLUTAMENTO DEL PERSONALE ACCADEMICO.
 
_ Con l’accorpamento dei settori scientifico-disciplinari, per ridurre gli sprechi , l’offerta
formativa ne risentirà con la cancellazione di interi corsi di studio, che avverrà sulla base
di una produttività intesa in termini aziendalistici, e non sull’effettiva qualità della didattica.

_ La figura del ricercatore a tempo indeterminato sarà cancellata, sostituita da un contratto
della durata di 6 anni (3+3), al termine dei quali questo potrà essere riconfermato ed
assunto a tempo indeterminato come associato dall’ateneo o semplicemente lasciato a
casa. E se si vanno a vedere le quasi nulle assunzioni di quest’anno delle nostre Facoltà,
è facilmente immaginabile quanti avranno la reale possibilità di entrare nel mondo
accademico per fare ricerca..!

_ I docenti dovranno ottenere un’abilitazione scientifica nazionale, nonostante ciò la
decisione finale riguardo l’assegnazione delle diverse cattedre spetterà comunque agli
ordinari locali. In parole povere il potere baronale non verrà minimamente debellato ed
eliminato.

Detto ciò, risulta chiara a tutti l’impossibilità di realizzare questa riforma a costo
zero.