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venerdì 26 novembre 2010

Venezia - Occupata la basilica di San Marco 

Gli studenti dei tre atenei cittadini hanno esposto striscioni contro il DDL Gelmini e verso il 14 dicembre


Questo pomeriggio circa settanta studenti del coordinamento universitario di Venezia hanno simbolicamente occupato la loggia della Basilica di San Marco.
Se i monumenti sono le nostre gru, dicono gli studenti, è da qui che la proteste contro il DDL Gelmini si stanno diffondendo in tutta Italia: a Roma, a Pisa, a Torin, a Padova e oggi anche a Venezia.
Gli studenti hanno srotolato due grandi striscioni che hanno campeggiato per più di un’ora sulla facciata della Basilica. Uno di questi recitava “non avrete la nostra fiducia”, l’allusione è alla data del 14 dicembre, quando il governo si troverà di fronte la prova della fiducia.
Quello stesso giorno la rete “Uniti contro la crisi” ha lanciato una mobilitazione generale di tutte le componenti sociali, dagli operai fino ai precari e ai migranti. Anche gli studenti veneziani saranno protagonisti.
Prossimo appuntamento del Coordinamento: martedì 30 novembre (nuova data della discussione del DDL Gelmini)  per una grande assemblea in università e per continuare la mobilitazione.

giovedì 25 novembre 2010


Venezia - Uniti contro la Gelmini, uniti contro la crisi


da Venezia a Roma e ritorno, attaccati striscioni di solidarietà agli arrestati di ieri e contro il ddl Gelmini nei rettorati di Ca'Foscari e IUAV

Ieri, 24 novembre, anche gli studenti del Coordinamento Universitario di Venezia hanno partecipato, a Roma, all’assedio di Palazzo Madama. Oggi, dopo Roma e dopo le cariche all’inaugurazione dell’anno accademico di Ca Foscari, ci siamo dati appuntamento alla sede centrale di Ca’ Foscari per dare continuità alla protesta.
Da tempo ci opponiamo, insieme ai ricercatori e al fianco di tutto il mondo della formazione, alla dismissione generale dell’università e della scuola pubbliche operata dai tagli dei ministri Gelmini e Tremonti.
E’giunto il momento di dire basta, di abbattere questo governo e questa classe politica indegna e incompetente, una classe politica che vuole fare pagare i costi della crisi a chi non l’ha provocata, agli studenti, ai migranti, agli operai e ai precari.
Una classe politica che ha dichiarato guerra all’intelligenza tagliando i fondi per l’università, la scuola, la ricerca, l’arte, lo spettacolo e che vorrebbe mettere a termine una privatizzazione senza precedenti dell’acqua.
Università, formazione, lavoro e cultura sono beni comuni esattamente come l’acqua e come l’acqua vanno sottratti al mercato e al profitto da una larga iniziativa popolare.
Per questo, anche il Coordinamento Universitario di Venezia è tra i promotori dell’appello che, dalla giornata romana di ieri, è rivolto a tutte le componenti sociali: precari e lavoratori compresi.
Tutti a Roma il 14 Dicembre, giorno della fiducia al governo, per staccare la spina a chi ci vuole ignoranti, isolati e indebitati.
UNITI CONTRO LA CRISI!
Coordinamento Universitario Venezia   
Di seguito il comunicato degli studenti IUAV:
In seguito alle proteste studentesche a Palazzo Madama in Roma ed ai cortei che hanno interessato le diverse città italiane, gli studenti dello IUAV si mobilitano per dimostrare che anche Venezia respinge con forza questa riforma.
Qualora fosse approvata alle camere, il processo di privatizzazione dell'istruzione pubblica verrà definitivamente sancito con conseguenze nefaste sulla qualità della formazione.
Design e Arti insieme alla Facoltà di Pianificazione IUAV sono già gravemente minacciate dai tagli: da un lato si impoverisce la didattica eliminando interi corsi di laurea, dall'altro si vendono beni storici dell'Ateneo per fare cassa. 
Esprimiamo la nostra solidarietà a tutti coloro che in Italia si stanno adoperando affinchè questo indecoroso attacco alle basi dell'istruzione pubblica venga bloccato definitivamente: non è tagliando i fondi all'istruzione che si garantisce un futuro al paese. 
Studenti IUAV Contro la riforma Gelmini!

sabato 13 novembre 2010


17 NOVEMBRE: GIORNATA MONDIALE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO

LA FORMAZIONE E’ UN BENE COMUNE

CORTEO: STAZIONE DI MESTRE ORE 8.30

Il 17 novembre, giornata mondiale del diritto allo studio, sono previsti cortei in molte città d’Italia e Venezia non fa eccezione. Appuntamento alla stazione di Mestre alle 8.30 per un corteo che raccoglierà tutte le componenti del mondo della formazione ed oltre. Studenti medi ed universitari, precari della scuola, genitori, ricercatori e personale tecnico uniti nel rifiutare i tagli di questo governo. Tagli che, dall’università fino alle primarie, mettono in ginocchio la scuola pubblica. Un disegno tutt’altro che dettato dall’austerità, vista la fresca notizia di ingenti fondi alle scuole private magicamente riemersi in finanziaria. Sono gli ultimi colpi di coda di un governo in crisi, per questo violenti e “menati” senza più un briciolo di pudore.
Ricordiamo che i tagli all’università ammontano a un miliardo e trecento milioni di euro e che circa trecento milioni resterebbero scoperti nell’attuale stanziamento previsto in finanziaria. Nella stessa legge, poi, si reintegrano 245 milioni per le scuole paritarie mentre vengono confermate le sottrazioni al settore pubblico.
I tagli precarizzano definitivamente l’insegnamento, nuocciono alla qualità della didattica, producono l’aumento delle rette, il rallentamento della ricerca e il sovraffollamento delle classi. Senza contare alcuni “effetti collaterali” delle politiche governative, tipo il divieto per le donne clandestine di iscrivere i propri figli alla scuola dell’obbligo.
Contro questo piano di smantellamento complessivo della formazione pubblica, il corteo del 17 novembre propone una visione alternativa, in cui i problemi dell’università e della scuola vengano affrontati a partire dalle proposte e dalle esigenze di un’iniziativa popolare allargata. La suggestione è quella di cominciare a trattare la formazione alla stregua dell’acqua, non come un semplice servizio, ma come un vero e proprio bene comune da difendere e gestire collettivamente. 

UNITI CONTRO LA CRISI


venerdì 22 ottobre 2010



Che Università é quella in cui agli studenti viene impedito di partecipare liberamente all'inaugurazione dell' Anno Accademico, per la quale é anche stata sospesa la didattica? Perché ad accoglierci, nonostante le intenzioni pacifiche e di dialogo, abbiamo trovato uno schieramento di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa?
Oggi, noi studenti di Cà Foscari, avremmo voluto leggere l'intervento che descriveva alcuni aspetti della realtà altra rispetto alla versione presentata all'interno dell' Auditorium durante il corso della cerimonia.
Agli studenti che sono riusciti ad entrare é stata negata con la forza la possibilità di leggere l'intervento.
Oggi abbiamo probabilmente toccato il punto più basso di una deriva autoritaria che vede nel rettore Carraro il suo principale interprete e che si colloca nella cornice generale della distruzione dell'università pubblica; oltre ai contenuti specifici dell'intervento che vi alleghiamo, oggi denunciamo una violazione gravissima della basilare democrazia di cui l'istituzione universitaria dovrebbe essere garante e promotrice.
L'inaugurazione si è conclusa con le triste immagine di un rettore in fuga dagli studenti, non perché questi rappresentassero un'effettiva minaccia, ma piuttosto confermando l'indisponibilità ad ogni confronto costruttivo.

Buongiorno a tutti, come studenti di Cà Foscari invitati a partecipare all'apertura dell'anno
accademico, sentiamo la necessità di intervenire in questa cerimonia per esporre il nostro punto di
vista. Infatti riteniamo che ci sia una realtà altra da quella descritta oggi in quest'aula che merita di
essere raccontata.


In queste settimane in tutta Italia, ed anche qui a Venezia, gli studenti si sono mobilitati per
informare i propri colleghi e la cittadinanza sulla situazione in cui versa l'università pubblica. A
seguito dei tagli inferti dalla finanziaria 2008, le università sono sull'orlo del collasso finanziario.
E' da allora, con il movimento dell'Onda, che gli studenti denunciano la scelta del governo italiano
di scaricare i costi della crisi sul sistema della formazione pubblica e da questo sui suoi anelli più
deboli: i ricercatori, il personale tecnico, gli studenti.
Oggi, attraverso una mobilitazione sempre più massiccia, gli studenti hanno contribuito a bloccare
la votazione del Ddl Gelmini. Lo stallo che si è venuto a creare tra il varo della finanziaria dei tagli
e l'approvazione del Ddl ha finalmente smentito l'attribuzione del deficit economico alla cattiva
gestione degli enti pubblici, tra cui l'università, a cui la cosiddetta riforma gelmini rispondeva
con un'iniezione di falso ottimismo a "costo zero", credendo di poter guarire con l'aspirina una
Università Italiana da tempo malata di cancro. In realtà questa "riforma" ha il solo obiettivo di
staccare la spina... forse è per questo che la Conferenza dei Rettori Universitari Italiani (CRUI) sta
facendo pressione sul governo affinchè la riforma passi? Per poter legalmente accedere a fondi
privati che andrebbero a sopperire la cronica mancanza di fondi statali?
E' legittimo quindi supporre che i rettori delle università italiane abbiano fiutato l'occasione offerta
loro dal progetto di governance del ddl che consiste nella centralizzazione del potere nella loro
figura, aghi della bilancia tra pubblico e privato?
Ora che il Ddl con buona probabilità non diverrà legge entro l'anno, per le Università si è aperta
una fase intermedia di vuoto legislativo, che si traduce in una caccia al finanziamento. Che peso
avranno i finanziatori nella gestione dell'università?
L'ultima frontiera di riforma sarà la fusione tra gli atenei in una fondazione privata. A questo
riguardo, il Veneto gioca d'anticipo ed i nostri atenei hanno già approvato uno statuto,
ma nonostante le numerose e continue richieste, gli studenti non hanno ancora ricevuto alcun tipo
di informazione o di risposta.
Se questa è la tendenza generale, quali saranno le ripercussioni reali nel contesto specifico di
Ca'Foscari?
Siamo tutti rimasti alquanto perplessi nello scoprire che oggi era stato invitato ad intervenire
l'Amministratore delegato di Eni spa. Paolo Scaroni.
L'intervento è stato cancellato in seguito alla diffusione in rete di un puntuale dossier.
Sorvoliamo sulla condanna a 1 anno e 4 mesi di Scaroni per tangenti e sulle sue implicazioni nel
disastro ambientale di Porto Tolle quale sarebbe dovuta essere l'attinenza di tale intervento nel
contesto di questa cerimonia?
Lo smantellamento dell'università fa parte di un disegno più ampio, che interessa differenti contesti
di vita e di gestione dei beni comuni: l'istruzione, la sanità, il diritto al lavoro e allo studio. Si attacca
il pubblico per favorire l'insediamento dei privati.
Sarà questo l'ultimo anno accademico della pubblica università Ca'Foscari? Stiamo con questa
inaugurazione celebrando in realtà non un inizio ma una cupa conclusione?


Ciò che, al contrario, segna un inizio a cui guardiamo con interesse, é il percorso di "uniti contro
la crisi", apertosi domenica scorsa quando studenti da tutta Italia, movimenti e comitati in difesa
dei beni comuni hanno attraversato il corteo della fiom, per poi ritrovarsi all'interno di una grande
assemblea alla Sapienza. Questa assemblea ha sancito l'impegno degli studenti e dei ricercatori a
richiedere immediatamente l'indizione di uno sciopero generale, uno sciopero che, unendo lavoro,
formazione, ricerca e movimenti, sappia fermare davvero chi sta usando la crisi per renderci più
poveri, più ignoranti e più soli.

martedì 19 ottobre 2010

PETIZIONE DI PROTESTA


PETIZIONE DI PROTESTA
AL RETTORE DELL’UNIVERSITA’ CA’ FOSCARI DI VENEZIA

(FIRMA CON NOME E NUMERO DI MATRICOLA)

I sottoscritti studenti di Cà Foscari,


premesso

che i problemi del nostro Ateneo sono riconducibili al contesto generale delle Università italiane e pertanto soggette alle future decisioni ministeriali in merito;
che tali decisioni così come prospettate dal ddl Gelmini e dalla finanziaria Tremonti consistono in tagli del finanziamento pubblico alle Università del 90% dal 2010 al 2011, in controtendenza rispetto al resto d’Europa, che non valorizzano né tutelano il ruolo dell’Università pubblica all’interno della società civile italiana, ma al contrario puntano alla sua graduale eliminazione di fatto;
che gli studenti si dichiarano contrari a tale prospettiva;

constatati

la Sua personale e pubblica approvazione del disegno di legge in questione;
la recente ridefinizione dell’assetto degli Organi di Ateneo dell’Università Cà Foscari in applicazione preventiva delle disposizioni ministeriali non ancora approvate al Senato;
l’adesione dell’Ateneo al progetto Univeneto;
il sodalizio del tutto esclusivo dell’Università di Venezia con il Banco San Marco, divenuto recentemente l’unico privilegiato istituto di credito che fa da tramite tra studenti e Università;
la mancata comunicazione con gli studenti, nonostante la moltiplicazione dei mezzi, in merito a tali fondamentali questioni, alle motivazioni e alle reali implicazioni connesse;
il cospicuo aumento delle tasse;
la continua riduzione nel corso degli ultimi anni, per tutti i corsi di laurea, del numero di ore di lezioni frontali o di laboratorio per CFU, traducibile in una parcellizzazione della formazione;
l’insoddisfacente definizione del calendario accademico dell’anno in corso, rivelatrice della scarsa attenzione rivolta agli studenti, a cui è concessa una quantità di tempo del tutto insufficiente ad una pianificazione ottimale degli esami;
l’inefficienza nella risoluzione dei problemi fondamentali legati al blocco parziale della didattica causato dalla protesta dei ricercatori, che per alcuni corsi di laurea corrisponde ad un congelamento di buona parte degli insegnamenti e per altri alla rinuncia di componenti essenziali del percorso formativo;
il mancato rinnovamento del contratto di lavoro di alcuni docenti, equivalente in certi casi all’eliminazione in toto di corsi caratterizzanti o fondamentali;
la tarda e incompleta sostituzione, con evidenti soluzioni di ripiego o nessuna soluzione, dei docenti pensionati o assenti per maternità;
la concentrazione di tali inadempienze, eliminazioni e “sviste” in alcuni indirizzi (in particolare Archeologia, Storia dell’arte, Scienze), rivelatrice dello scarso interesse rivolto alla loro sopravvivenza, nonostante la loro importanza fondamentale all’interno dell’Università di Venezia (i primi per il nesso centrale con la città, la cui economia, oltre che cultura, vive principalmente ed inequivocabilmente sulla storia delle sue manifestazioni artistiche; l’ultimo per la necessità di incentivare e non certo di ridurre la già critica formazione scientifica in Italia);
l’avvio di un nuovo corso di laurea, con relativi costi, nonostante i tagli e a discapito della conservazione e del miglioramento, del tutto necessario e auspicabile, dei corsi preesistenti e delle strutture;
il numero cospicuo di iniziative del tutto superflue e spesso di scarso valore culturale promosse dall'Ateneo;
l’operazione di marketing (a cui è riconducibile anche, plausibilmente, il principale motivo alla base della scelta di avviare nuovi corsi piuttosto che migliorare gli esistenti, nonchè dell'avvio di questa politica "dell'evento") recentemente avviata dall’Ateneo a livello nazionale e internazionale che ne offre un’immagine non conforme alle reali e gravi condizioni in cui versa;

reputano

inutilmente offensivo negare loro il diritto ad essere realmente informati sul futuro prossimo dell’Ateneo e dei singoli corsi di laurea;
necessaria una maggiore trasparenza sulla gestione attuale delle risorse, sul progetto Univeneto e sul rapporto tra Cà Foscari e Banco San Marco;
inadeguata la priorità delle operazioni di marketing rispetto alla necessaria pianificazione di interventi concreti mirati al mantenimento o miglioramento della didattica e dei servizi;
lesivo dei loro diritti subire l’assenza di misure a tutela della qualità, della stabilità, della completezza e della varietà dell’offerta formativa, che continua peraltro a costituire il principale specchietto per le allodole anche nella Guida ai corsi 2010/2011;
illecito il tentativo di ridefinire l’assetto dell’Università Cà Foscari sulla base delle possibilità di ampliamento dei poteri decisionali del rettore, così come previsto dal ddl in discussione al Senato, esponendo la vita stessa dell’Università all’arbitrio delle Sue scelte personali;

pertanto La esortano

a definire, oltre al piano di reperimento delle risorse, un parallelo ridimensionamento concreto della loro gestione a partire dalla definizione di ciò che ancora manca e ciò che è realmente superfluo nell’ottica della centralità dello studente e della garanzia di un percorso formativo completo, pena la priorità del mezzo al fine e la conseguente mediocrità di qualsiasi risultato possibile; a partire quindi anche dalle particolarità di ogni singolo corso di laurea, non dalla definizione inevitabilmente arbitraria e parziale di misure standard imposte dall’alto;
a pianificare l’attivazione entro l’inizio del secondo semestre di tutti i corsi fondamentali e caratterizzanti mancanti rispetto all’offerta formativa pubblicizzata, privilegiando responsabilmente in tal senso l’ uso delle risorse finanziarie disponibili, a copertura di un servizio su cui gli studenti hanno investito denaro, tempo e prospettive;
a procedere immediatamente alla modifica del calendario accademico dell’anno in corso, con una rettifica in via straordinaria;
a garantire il diritto allo studio a coloro che a causa della mancanza o slittamento dei corsi, quindi non per propria inadempienza, non raggiungano i requisiti di merito necessari per riduzioni o esoneri dalle tasse;
a prendere al più presto una seria e trasparente posizione in merito alle gravi questioni sopraesposte, comunicando direttamente agli studenti tramite il sito internet le soluzioni proposte e le spiegazioni dovute in merito ad ogni singolo punto;
a farsi garante dei diritti degli studenti e della tutela dell’Università Cà Foscari anche sul piano nazionale, anziché provvedere a ciò che agli occhi degli studenti si configura come una torbida predisposizione all’applicazione di una legge inaccettabile.

Qualora tali esortazioni non trovassero un pronto riscontro, i sottoscritti studenti La invitano a dare le Sue formali dimissioni.

lunedì 11 ottobre 2010

NON RESTIAMO IN SILENZIO


NON RESTIAMO IN SILENZIO
 
Il 14 ottobre si discuterà alla camera del DDL Gelmini.
Appuntamento dalle ore 9.00 - Polo didattico San Basilio.

In questo periodo di mobilitazioni è emerso come studenti, ricercatori e docenti siano contrari al DDL Geldmini.

Abbiamo esposto chiaramente alcuni punti concreti che toccano la governance del nostro ateneo, il calendario accademico, la qualità della didattica e le tasse.

Soprattutto abbiamo detto NO ai tagli in Finanziaria che sono il vero triste "regalo" sotto la maschera della riforma.

Tagli che ci parlano di circa un miliardo e mezzo di euro in tre anni, tagli che toccano non solo l'università, ma il mondo della formazione tutto, aumentando i disservizi e la precarietà. 

Nel giorno della discussione del DDL alla camera, non possiamo accettare che il rettore Carraro si comporti da padroncino, comunicando al governo il falso assenso di tutti noi.

Cari Gelmini, Tremonti e Carrraro: a noi NON VA BENE PER NIENTE!!
 
Questa posizione, quella degli studenti e dei ricercatori deve giungere con forza a Roma, dove movimenti, università e mondo della formazione hanno già organizzato un presidio alla Camera.

Ne va del nostro futuro.

UNITI CONTRO LA DISTRUZIONE DELL'UNIVERSITA'

UNITI CONTRO LA CRISI